
Questi monasteri erano situati in punti strategici, nelle zone interne del territorio in comunicazione con le torri di guardia situate sulle coste che avvistavano le incursioni piratesche provenienti dal mare.
Dal IV al XI secolo d.C., cioè nell’alto Medioevo, quando in Italia infuriavano le invasioni barbariche con dolorosi sconvolgimenti, sociali, morali, economici ed amministrativi, le nostre zone divennero centro di fervore religioso, sia per la presenza della sede vescovile di Blanda e sia per la presenza di molti eremiti.
Il Cristianesimo giunse da noi per mare, e i portatori e i divulgatori del Vangelo furono certamente i mercati orientali che per i loro commerci facevano scalo nei porti di Blanda, di Laos , dell’ Isola Dino e di S. Nicola Arcella.
Già nel III secolo nel pieno sviluppo delle feroci persecuzioni, nelle nostre zone il Cristianesimo si era affermato come un’organizzazione sociale cristiana che aveva il suo centro propulsore nella sede vescovile di Blanda ,prima importante Diocesi della Calabria settentrionale.
Nel IV e V secolo nella nostra zona vivevano ed operavano molti eremiti, prima ancora che i Basiliani giungessero in questa zona per fondarvi "la provincia o Eparchia monastica del Mercurion".
IL loro era un monachesimo che si ispirava a S.Antonio che, per vivificare lo spirito con la preghiera e per soffocare gli istinti e le passioni del corpo si era ritirato a vita solitaria in Egitto.
Gli eremiti, difatti, vivevano in grotte naturali o in piccoli ricoveri costruiti nei boschi, dediti all’ascetismo e alla macerazione del corpo, lontani dal consorzio umano si nutrivano di frutti della natura, si coprivano con pelli di animali sopportando in letizia ogni privazione ed i rigori del freddo.
Le nostre zone erano idonee alla vita solitaria dei monaci per le numerose grotte presenti e per la natura aspra e selvaggia che favoriva la solitudine e la meditazione.
Nel VII secolo si diffusero anche in Calabria le istituzioni benedettine, e in seguito all’avanzata degli Arabi in Oriente e alle incursioni saracene nella Calabria meridionale, si ebbe in questa zona un continuo afflusso di monaci basiliani dall’ Oriente, dalla Siria, dall’Egitto, dalla Sicilia e quindi la formazione intorno al IX –X secolo dell’Eparchia del Mercurion che abbracciava i territori di Aieta, Tortora, Scalea, Papasidero, Orsomarso, Laino, Mormanno, Castrovillari , le valli del Noce , Del Sinni e dell’ Agri.
Dall’eremo successivamente si passò alla laura costituita da un gruppo di grotte o abiuri situati in zona deserta e circoscritta con una comune chiesetta e al monastero che era costituito da una comunità di monaci diretta da un Abate senza obblighi fissi e con la libertà di allontanarsi discrezionalmente.
Purtroppo oggi è difficile rinvenire nei ruderi le caratteristiche delle prime chiesette degli antichi monasteri perchè i secoli hanno distrutto le tracce, inoltre le chiese rupestri e gli antichi monasteri non avevano nulla di simile alle solide costruzioni delle abbazie benedettine e dei monasteri che sorgeranno successivamente e neanche bisogna dimenticare la continua azione distruttrice svolta dai Saraceni e dai Turchi.
Nelle zone costiere di Scalea, Praia a Mare e Tortora sostarono S. Cristofaro, S.Saba e S. Macario con numerosa schiera di profughi, appartenenti all’ordine monastico dei Solitari o Benedettini. Quando nel 9° secolo, scacciati dalla Sicilia, passando attraverso la Calabria, per sottrarsi alla persecuzione dei Saraceni, si diressero nel territorio di Lagonegro dove fondarono un monastero di cui furono a capo nell’ordine S. Cristoforo, S. Saba e S. Macario.
San Saba fondò nella regione del Mercurion molti monasteri tra cui quello dell’Arcangelo Michele (contrada S.Angelo Scalea), S. Filippo d’Agira (S.Domenica Talao), S. Stefano protomartire (Papasidero). Accanto a questi monasteri vi erano delle fondazioni minori, e asceteri isolati.
Una bolla di papa Innocenzo III del 1139, confermava l’esistenza di una chiesa dedicata a San Giorgio certamente di origine greca sita nell’omonima contrada nel territorio di San Nicola. Ricordiamo ancora S. Nicola dei Greci in contrada Vannefora.
Nessun commento:
Posta un commento