Da "casaletto" a meta turistica

San Nicola Arcella: da rifugio dalle incursioni saracene ad uno tra i centri vacanzieri più esclusivi della Calabria, con uno sviluppo urbanistico, a volte, poco rispettoso delle peculiarità del territorio.



La lingua e il dialetto

La lingua e la civiltà greca furono le più diffuse nell’Italia meridionale e in particolare in Calabria e soprattutto tra le popolazioni della nostra zona. Gli studiosi del grecismo in Italia hanno indicato come zona di tradizione linguistica greca proprio la fascia settentrionale della Calabria in cui si trovano Aieta, Tortora, Praia a Mare, S. Nicola Arcella, Scalea, Santa Domenica Talao, Papasidero; Verbicaro, Orsomarso. Ecco perchè nel dialetto delle popolazioni della zona moltissime sono le voci che etimologicamente derivano dalla lingua greco-bizantina. Vi è stato poi l’influsso della latinità, sia perchè Roma per più secoli fu la dominatrice e l’organizzatrice delle province meridionali, sia perchè la lingua latina divennne poi la lingua ufficiale della Chiesa di Roma e della letteratura classica medievale fino al Rinascimento e sia perchè proprio dal latino derivò il volgare e quindi la lingua italiana. Per quanto riguarda l’influsso delle lingue germaniche, questa regione non fu mai direttamente esposta alla loro influenza. Alla formazione del lessico delle popolazioni dell’Italia meridionale contribuì certamente anche la lingua francese nell’XI e XII secolo con i Normanni e nei secoli XIII, XIV e XV con la Casa di Angiò. Sono evidenti voci derivate dal francese o francesismi: cangiare(cambiare), guantiera( vassoio), accattare (comprare), gattugliare (solleticare), ammucciari (nascondere), pirciari(forare), vranca (ramo), timpuni (piccole alture), scaluni (gradini). Anche la dominazione spagnola esercitò un influsso sostanziale sul dialetto della nostra zona, ma è difficile poter distinguere le voci strettamente derivate dalla lingua spagnola giacchè molti termini lessicali sono derivati dal latino, radice comune a tutte le lingue romanze o neo-latine. Comunque nel dialetto delle popolazioni della zona vi sono alcune parole che sono più direttamente legate a voci spagnole: esempio ammulare ( arrotare, spagn. amolar), ntruppicari ( inciampare spagn. trompicar), tamarru ( uomo rozzo spagn.zamarru). La lingua araba è pure presente nell’etimologia di molte voci dialettali. Molte voci commerciali e di oggetti e prodotti derivano dalla lingua araba:es. zirru ( orcio di terracotta e poi di zinco per conservare l’olio, arabo: zir ), funnacu ( bottega, arabo funduk), tavutu ( cassa mortuaria,, arabo Tabut).

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